Da: Proposte per il curricolo verticale, cap.III, M. Piscitelli et al., Napoli, Tecnodid, 2007.
LA RELAZIONE E LO SCAMBIO IN SITUAZIONI DIALOGICHE E NARRATIVE
MARIA PISCITELLI
Nei percorsi relativi ai primi due anni della scuola primaria, sono stati privilegiati gli scambi comunicativi, i messaggi, le forme dialogiche ricorrenti in diversi luoghi e contesti (dialoghi a casa, mercato, negozio, scuola, luoghi immaginari, etc.), che sono stati trattati poi nei testi scritti (narrativi non letterari, narrativi letterari/teatrali) e in una varietà di forme testuali (generi)1. Il principio ispiratore di questo filone di attività (atelier comunicativo-relazionale) è stato nel considerare l’interazione sociale, insieme alla narrazione, un punto qualificante per la formazione del soggetto che impara a confrontarsi e a misurarsi, sia con gli altri che con il contesto circostante dentro un circuito comunicativo autentico. Quindi lo spazio linguistico (extrascolastico), in cui vive il bambino, ha rappresentato il nostro materiale linguistico, da cui è partito l’intero percorso, strutturato in maniera organica e al contempo flessibile. In questi lavori, i ragazzi parlano di fatti veri, discutono e decidono su problemi della loro esperienza personale e scolastica, confrontando le loro idee nell’ambito di quanto hanno scoperto. Acquisiscono così strumenti essenziali per la comunicazione orale (comprensione e produzione), per l’uso della lingua scritta e per la riflessione sulla lingua, approfondendo sia le problematiche concernenti le interazioni comunicative, sia le modalità e le condizioni che rendono possibile l’esperienza dell’intersoggettività. In secondo luogo la partecipazione attiva a pratiche pragmatiche e semantiche, in cui si valorizza la funzione narrativa del discorso, conduce a costruire un sistema sempre più articolato di usi del linguaggio e forme di familiarizzazione con i testi letterari. L’elemento linguistico-culturale, debitamente pianificato dall’insegnante, è introdotto, quasi sempre, quale supporto a leggere e comprendere i loro bisogni ed il mondo circostante. Sappiamo bene che i bambini, in particolare nei primi anni di scolarità, avvertono un “prepotente” bisogno di porsi in relazione, di manifestare sentimenti, idee e desideri e di imparare a calibrare il proprio rapporto con gli altri. Centrale è la relazione con l’altro, il sentirsi accolti nella propria differenza individuale, come il fare esperienze adeguate al proprio grado di sviluppo, che tengano conto del loro retroterra culturale. Per cui necessaria è stata la scelta di una lingua, intesa come agire sociale e forma di comunicazione dialogica, aperta all’altro, possibilmente usata in una varietà di contesti. Questo tipo di lingua, quasi sempre vincente rispetto agli obiettivi dati, ha costituito il nostro riferimento, rivelandosi una vera e propria risorsa per la stessa relazione e lo sviluppo della persona. Tuttavia, in questa partecipazione soggettiva, affettiva ed emotiva alla lingua, i bambini sono stati sollecitati a evocare nuovi significati, che sono andati oltre il tipo di lingua affrontato. Da un linguaggio pragmatico, talvolta strumentale, siamo passati a un linguaggio analogico, metaforico, pre-letterario o paraletterario (animazione, modulazione della voce, scelte ritmiche intonative, ripetizioni ad alta voce, etc.), che ha consentito di entrare ancor più dentro l’emotività e l’interiorità del soggetto, sì da favorire forme di sensibilizzazione all’immaginario, propedeutiche al testo letterario
PRENDIAMO SPUNTO DALL'ARRIVO IN CLASSE DI UNA CARTOLINA
ADESSO ANALIZZIAMO LA CARTOLINA NELLE PARTI CHE LA COMPONGONO
Costruiamo una cartolina da spedire ai nostri genitori
ANDIAMO A IMBUCARE LE CARTOLINE
Due di noi devono imbucare dalla parte "altre destinazioni" perchè non abitano a Vinci |
La signora delle poste ha preso un sacco blu |
Il direttore delle poste apre la buca per prendere le nostre cartoline |
Ecco le nostre cartoline insieme ad altra posta |
A CACCIA DI DIALOGHI
ECCO I NOSTRI TACCUINI SUI QUALI ANNOTEREMO I DIALOGHI CHE CATTUREREMO IN FAMIGLIA |
A turno i bambini intervistano il proprietario del biglietto per ricevere informazioni utili alla comprensione e alla ricostruzione della situazione comunicativa |
Infine rappresentiamo la situazione comunicativa attraverso il fumetto |
Lavoriamo su un nuovo biglietto |
Riflettiamo sul fatto che un dialogo per essere definito tale deve avere due interlocutori. Rappresentiamo con il fumetto la situazione comunicativa disegnando chi fa la domanda ma anche chi risponde |
Raccontiamo sul quaderno come sono andati i fatti mantenendo la "nuvoletta" contenente le parole pronunciate dai protagonisti del dialogo |
LAVORIAMO SU UN ALTRO DISCORSO CATTURATO IN FAMIGLIA |
FACCIAMO LE NOSTRE IPOTESI: CHI PARLA? A CHI? DOVE SONO? QUANDO? PERCHE' STANNO DICENDO QUESTO? |
L'IPOTESI DI ALBERTO CI HA FATTO INTRODURRE IL PUNTO ESCLAMATIVO PERCHE' CI FA CAPIRE IN CHE TONO SONO STATE DETTE LE PAROLE DEL DISCORSO CATTURATO DA SEBASTIAN |
A COSA SERVE IL PUNTO ESCLAMATIVO? |
DETTIAMO LA POESIA |
A QUESTO PUNTO DIAMO SPAZIO ALL'IMMAGINARIO: SE IL PUNTO ESCLAMATIVO FOSSE UNA PERSONA, COME SAREBBE? DESCRIVIAMOLO
VERIFICA SUL PUNTO ESCLAMATIVO |
GIOCHIAMO A UNIRE LE FRASI IN MODO DA CREARE UN DIALOGO FRA DUE PERSONE |
Collega i dialoghi
Lavoriamo ancora sul dialogo di Sebastian. Se al posto del punto esclamativo mettiamo il punto interrogativo, cosa succede?
Ecco la nostra riflessione
Dettiamo una poesia sul punto Interrogativo
ESERCITIAMOCI SULL'USO DELL'H INVENTANDO UN DIALOGO DA RAPPRESENTARE POI CON IL FUMETTO
Verifichiamo la capacità dei bambini di "raccontare" in modo autonomo in forma scritta un dialogo avvenuto in famiglia. Alla lavagna scriviamo I punti irrinunciabili che devono essere presenti affinché il racconto sia comprensibile: QUANDO, DOVE, CHI, CHE COSA, PERCHE'. Il dialogo deve contenere anche il punto esclamativo. A turno raccontano a voce la situazione comunicativa, quindi, a livello individuale, producono un breve testo in cui sia presente un dialogo tra due persone.Ecco i loro prodotti
Lavoriamo ancora sul dialogo di Sebastian. Se al posto del punto esclamativo mettiamo il punto interrogativo, cosa succede?
Ecco la nostra riflessione
Dettiamo una poesia sul punto Interrogativo
APERTURA ALL'IMMAGINARIO
Descriviamo il punto interrogativo come se fosse una persona
Prepariamo delle nuvolette colorate. I bambini devono scrivere all'interno una domanda e consegnarla ad un compagno. Il compagno che ha ricevuto la nuvoletta con la domanda, scriverà la sua risposta
Successivamente ogni bambino metterà per scritto il dialogo inserendo le parole del discorso diretto all'interno di nuvolette. Trasformerà poi il discorso diretto in discorso indiretto |
Esercitiamoci nella scrittura di "Situazioni Comunicative" introducendo tutto quello che abbiamo imparato
Invitiamo i bambini a pensare ad un fatto avvenuto in famiglia e a raccontarlo. Ricordiamo che, per essere ben comprensibile ciò che si scrive, dobbiamo tener presente
QUANDO
DOVE
CHI
COSA FA
PERCHE'
Ricordiamo anche che le parole che "escono dalla bocca" di chi le pronuncia, devono essere racchiuse in una nuvoletta
Una volta terminato il racconto scritto, i bambini producono un fumetto utilizzando la piattaforma MAKEBELIEFSCOMIX
CORREGGIAMO GLI ERRORI
Attraverso i biglietti portati a scuola, scopriamo gli errori e riflettiamo per correggerli
Il biglietto ci dà l'opportunità di lavorare sull'uso dell'H
LEGGIAMO UN TESTO D'APPOGGIO
DESCRIVIAMO LA SIGNORA H COME SE FOSSE UNA PERSONA
Scopriamo che l'H ha diversi significati
AVERE = POSSEDERE
AVERE = COMPIERE UN'AZIONE NEL PASSATO
AVERE = PERCEPIRE UNA SENSAZIONE
Leggiamo un brano sull'inverno dopo aver tolto le parti dialogiche
GIOCA CON SCRATCH H SI H NO |
Riflettiamo: nel testo non ci sono dialoghi. Vogliamo aggiungerli noi? Come si fa? APRIAMO UNA FINESTRA DI RIFLESSIONE |
Ritagliamo le varie parti del brano per aggiungere, dove occorre, un dialogo |
I
RIPRENDIAMO I BLOCCHETTI CATTURA DIALOGHI
LAVORIAMO SUL DIALOGO DI ALBA
Come abbiamo fatto per tutti gli altri dialoghi catturati in famiglia, rappresentiamo con il fumetto |
ESERCITIAMOCI CON ALTRI FUMETTI
DAL DISCORSO DIRETTO
AL DISCORSO INDIRETTO
A questo punto proviamo ad introdurre il discorso indiretto. Facciamo mimare a due bambini alla volta, alcuni dialoghi ascoltati in classe durante l'ingresso a scuola o durante la ricreazione.
Dopo aver osservato attentamente il dialogo avvenuto tra i due bambini, si chiama un terzo alunno e si chiede di RACCONTARE, senza USARE LE PAROLE "DIRETTE" dette dai compagni.
Si stampano i dialoghi mimati e poi "raccontati" dai bambini. Il dialogo viene tagliato come una finestra, sotto la quale i bambini devono introdurre il discorso indiretto, in modo da avere una visione immediata del passaggio dal discorso diretto al discorso indiretto
LAVORIAMO SUL TESTO
Riprendiamo il nostro taccuino giallo e andiamo in giro per la scuola a catturare i dialoghi.
Ascoltiamo le insegnanti durante la lezione e trascriviamo ciò che dicono.
Correggiamo gli errori a livello collettivo Proviamo a immaginare la situazione comunicativa della classe V B al momento della cattura del dialogo |
Descriviamo Andrea V B protagonista del messaggio catturato |
Diamo un testo di appoggio da leggere e da prendere come esempio per la descrizione di persone |
Dopo i dialoghi a scuola, propongo ai bambini una nuova attività: proseguire l’ esplorazione del mondo linguistico in un nuovo contesto sociale: IL MERCATO. Il mercato è vicinissimo alla scuola. Quando arriviamo ci sono ancora poche persone… Osserviamo i banchi: il primo che incontriamo è quello della biancheria. Poi vediamo quello della frutta e verdura dove si nota un gruppetto di persone. I bambini, tutti insieme, girano, osservano, commentano, prendono nota delle cose che vedono. Poi si dividono in piccoli gruppi per catturare ciò che dicono i venditori e i clienti.
Disegniamo il Mercato |
APERTURA ALL'IMMAGINARIO: DESCRIVIAMO LA VIRGOLA COME SE FOSSE UNA PERSONA
Leggiamo un'altra poesia sulla virgola per capirne la funzione
DESCRIVIAMO LE BANCARELLE CHE ABBIAMO VISTO AL MERCATO:
IL BANCO DELLA BIANCHERIA
L'attività ci dà lo spunto per riflettere su come si scrive C'ERANO
Dal passato a presente: c'erano-ci sono |
ALLA BANCARELLA DELLA FRUTTA E DELLA VERDURA |
Il banco della frutta e della verdura: descriviamolo |
Durante la descrizione del banco del fruttivendolo incontriamo un problema: quando il nome è singolare non dobbiamo scrivere c'erano ma c'era |
esercitiamoci: dal plurale al singolare |
AL BANCO DEL PESCE |
Il banco del pesce ci dà l'opportunità di introdurre un'attività sui nomi e sulle qualità.
Come sono i pesci?
LAVORIAMO SU UN TESTO DI APPOGGIO
TESTO TRATTO DA "LA SIGNORA CONIGLIOTTA AL MERCATO"
Cerchiamo nel testo i nomi e le loro qualità |
DESCRIVIAMO IL PESCIVENDOLO (TESTO COLLETTIVO)
LEGGIAMO IL CAPITOLO DEL LIBRO "L'INCREDIBILE STORIA DI LAVINIA" INTITOLATO "UNA STRANA CLIENTE"
Lavoriamo sul testo: ricerchiamo tutti i nomi e le qualità che si riferiscono ad essi
DALL'IMMAGINE ALLA STORIA
Inventiamo una storia partendo dall'immagine di una bancarella
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